giovedì 1 ottobre 2015

OPPLA’

                        Non  ho braccia lunghe per toccare il tuo amore  
non ho tasche nascoste per l’oro e la mirra
non ho passo veloce per fuggirti lontano
e spesso il mio inciampo è su piccole cose.
 
            Ho solo questo tempo improvviso,
            l’opplà di un eterno nascosto
            acqua di fiume che ignora il suo mare,

ho vizzi, memorie, fastidi del tempo,
pensieri a sostegno dei miei giorni irrequieti
ho pane, parole, sogni da sveglio,
messaggi in bottiglia che non ho mai lanciato

ho rancori sbiaditi su carta invecchiata e
 attendo paziente che l’inchiostro scompaia
ho sconfitte, rimpianti,
conquiste sudate,
bottiglie d’assenzio per i giorni a venire.

Prenditi tutto amore che invecchi
Prenditi l’ago, il filo, la carne
E cuciti addosso questo cuore di vino,
inebriati l’anima per sentirne il profumo,

               poi mescola il vino all’assenzio
                e lascia che il vuoto ti dia la mia forma.

                                                            F.M.

27/07/015
VERSO
Socchiudi la tua bocca amore di ritorno,
dammi le parole che annegano nel cuore
inchiodami ai tuoi versi come un cristo,
sospirami parole annichilite,
sospese nell’oblio di questa vita.
perché ho ancora tempo nascosto in qualche tasca
e forse ho ancora tempo negli occhi del bambino.

C’è ancora tempo, tempo e tempo
                        legato ad ogni dire,
e insieme al tempo , ho chiodi,
          tenaglie ,   garze e versi,                                       
ho sillabe imperfette e segni del destino,
parole come numeri nascoste tra i capelli
e cifre che organizzano la vita,

socchiudi la tua bocca al verso che trafigge,
lascia che il suo fiato come vento di scirocco,
increspi questo mare fino a sputare schiuma.

Ora è spasimo d’amore a sorreggere la lingua
o l’anelito sospeso nello spazio di una virgola?
Io non ho risposte negli angoli remoti,
 ho solo attese non l’ansia  degli arrivi.

Contami stasera le parole
dimmi se le dita son bastate,
è il numero che affligge questo cuore
il cabala di un sogno rarefatto
nell’attimo spezzato del risveglio.

                              M.F.


FRATELLO DI SANGUE

Questa voce che attraversa i pensieri
che invade il mio cielo ed alterna le ombre
questo sguardo che assiste commosso
                            ai rimandi del tempo
                            ai ritorni nascosti
                            al mio sonno sognato
E ancora fratello di sangue
a scrivere frasi come epitaffi
a intagliare parole e fiori di carta
a infilare perle senza contarle
                         questa voce di cuculo
                         nel mio nido straniero
                         questa voce che beve
                         al non detto del cuore.
Oggi il fiato s’inceppa nei giorni di pioggia
                                                          ansima
                                                          annaspa
                                  conta i segni del tempo
Spira a lungo cercando altre vie
cerca il rimorso come trama del libro
e che sia terra, marmo o leggero fogliame
poco importa se nasconde memoria,
perchè c’è ancora tempo e cammino
                                se il viaggio è una meta,
ma non più occhi indulgenti
               per i cuori spezzati
non più fiati sospesi
nelle pause del dire,
     solo cristi inchiodati sulle croci del danno!
                                               M.F.
 


giovedì 14 maggio 2015


HO RACCOLTO I TUOI OCCHI
Ho raccolto i tuoi occhi 
per vedere il colore del mare,
ho rimosso la schiuma 
alla fine dell’ onda e accumulo sabbia 
per arginarne il ritorno.
Nascondo la bocca se pronuncio il tuo nome
pudore, preghiera, paura del tempo,
balbettio di un rimosso non dato sapere
e quando il tuo occhio 
non ha visto più alba, 
il rimpianto ha inchiodato la mia lingua al tuo nome.
Ora di notte , lego fiori ad ogni capello
che come i pensieri mi cadono lenti
e diventano prato di mille memorie,
a volte invece solo rancore, per i sogni non fatti o
per quelli non visti,
oggi è altro quello che eri,
ora le onde han trovato risacca
oggi son sveglio e continuo a sognare.
AH! tempo che scorri senza ritegno
che ferisci la carne e i pensieri nascosti
e rendi leggeri i torti subiti,
quanto amore ammucchiato sui bordi
come i detriti di una casa crollata,
davanti al tuo tempo non portavo memoria
davanti al tuo tempo la mia terra bruciava
davanti al tuo tempo stendevo parole
ma facevo fatica a trovare il tuo sguardo.
Non ti lascio all’oblio,
diventa qualcosa
qualcosa che invada questa terra straniante
qualcosa di uguale e sempre diversa,
come il rimpianto di un amore perduto.
Ho raccolto i tuoi occhi
per vedermi nel tempo
per contare i silenzi che la vita si è preso
per sentire l’assenza di essere figlio.
F.M.


L’ALTRO          …..non fuggo, raccolgo i pensieri….
sono sveglio e continuo a sognare di essere sveglio

non c’è luce ne suono,
non c’è vuoto che scontorni la forma
tutto è tempo, tempo imperfetto senza prima ne dopo,
senza essere l’altro sono il calice e il vino dell’amore perduto
la preghiera e il rimpianto del peccato mortale.

Sono segno, rumore, tempo sospeso,
parole taciute o spezzate dai  denti

sono bocca socchiusa
       maledetto spergiuro,
sono mito memoria rimossa,
mucchio di umori di anima in pena
sono vento risacca sono ciò che non dico,

sono la virgola, spazio infiltrato tra sogno e parola
sono l’altro che ascolta ora muto,
il racconto, la voce narrante,
la metafora e il suono di molte altre vite,

         sono l’altro seduto
                  sulla riva del fiume.
                       M.F.



Amami Sempre
Muti pensieri mai
Sobri o sopiti
Intasano arterie che
Portano al cuore.

AH mia signora dall’occhio di vetro
È luna purpurea la romantica assente,
o languido ascolto di memoria che scorre?

Non piegai fili d’erba bevendo ai suoi occhi,
sollevai le montagne con sospiri di vento,
legai il Minotauro con il filo d’Arianna
per sentire la vita bruciare in un lampo,
lasciai che il respiro andasse in affanno.

Oggi origlio me stesso nei sogni di veglia
Mi lascio osservare come altro da me
 E contemplo l’assenza che riflette lo specchio.

Ora è tempo su tempo,
come pietra su pietra
costruire una casa per guardare da dentro.

OH mia signora con languide mani
Continua a sfiorarmi nei giorni di pioggia,
intreccia le dita quando cala la notte,
sarà luna purpurea a ingoiare le stelle,
fin quando l’amore sarà l’unico assente.
              M.F.
TI HO SCRITTO



Ti ho scritto !
Ti ho scritto figlio mio,
con dita di vento tra i capelli
con occhi di foglie e di stagioni
col trapassare lieve di un ricamo
sospeso tra le dita di mia madre
ti ho scritto!
con l’occhio lungo e buono di mio padre 
che regolava il tempo e non la vita
nel ticchettare uguale dei suoi giorni
ti ho scritto!
Ti ho scritto la prima volta che ti ho visto,
l’aria mi passava in mezzo hai denti,
il pieno e il vuoto a scatole cinesi,
i segni dentro al cuore a non capire,
l’incredulo guardare senza meta,
per non pesare il fiato e le parole
ti ho scritto!
Perché una parola è troppo poco 
Perché una parola è ancora troppo,
per darti la memoria dei miei occhi
il camminare cieco dentro al cuore
i dubbi che mi aiutano a capire
il vino delle feste comandate
il pane dei miei umbratili pensieri
ti ho scritto!
Sfiora le mie labbra figlio mio,
rallenta il mio respiro tu che puoi,
inchioda la mia lingua al tuo sapere
toglimi le spine dalla fronte,
portami di fianco in trasparenza
nascosto tra le pieghe della vita.
Ch’io serva al tuo passare come ruota 
al carro del tuo fuoco benedetto
ti ho scritto!
F.M.