(ATOPIA)
Perdono, per il defilare
lento di ogni suono
per ogni frase
per ogni detto di passione
che si spegne
per ogni traccia pudicamente
lasciata sulle dune
per cuori trafitti sopra i
muri
come linea di confine alla
scrittura
e ancora perdono
per questa luce aspra
per villeggianti incolti
per tumuli di alghe come
tombe nascoste agli occhi
che videro il tempo - lampo
al cuore
a padri
a madri
a figli mutilati che da
lontano aspettano il ritorno
mentre latita il pensiero
o forse fermo
a misurare la distanza tra il
discorso e il vuoto
tra il buio e l’eco
di un ritorno.
Ah compagno che vesti ancora
tuniche di chiesa
che immoli sull’altare
l’ultimo tuo figlio
quello che ha viaggiato
l’interspazio
per quell’immemore
sconveniente abbraccio
forse sei luna
sole
luce che s’immola
o solo traccia di un pensiero
oscuro
scivolato distratto tra le dita
ora
qui
attonito e disarmato
ascolto voci
sussurri
il ciarlare obliquo di chi
sputa schiuma sopra il mare
per rendere più alta l’onda
e io iconoclasta
profanatore zoppo
ridisegno compulsivo il mio
profilo
nella dissennata ricerca
di una salvezza atopica.
M.F.